domenica 24 giugno 2012

Orazione San cipriano

“Per il potere di S. Cipriano e delle 3 anime che lo affiancano (*** inteso come vigilano), _______________venga adesso in ( ***inteso come dentro di)  me. Fa arrivare ______________a me strisciando, innamorato,pieno d’amore, di desiderio e fa chemi chieda perdono se mi ha mentito,fa che mi chieda in fidanzamento e dopo in matrimonio,il più rapidamente possibile. San Cipriano tu che hai il potere fa che dimentichi e lasci in un colpo soloqualunque moglie o donna che abbia in testa e si dichiari a me in modo che tutti lo sappiano. San Cipriano allontana da ________________ qualunque donnae che io possa averloin ogni momento da oggi e ora, che lui desideri stare al mio fianco, che abbia la sicurezza che io sia la donna perfetta per lui. Che _____________ non possa vivere senza di me e che ______________ abbia sempre la mia immagine nella sua mente. Ovunque esso sia e con chiunque il suo pensiero sarà per me. e Coricandosi mi dovrà sognare e al risveglio pensi a me, non dovrà mangiare ma pensare a me,dovràpensarmi in tutti i momenti della sua vita. Che mi possa mare veramente,sentire ilmio odore, toccarmi con amore, che ___________ voglia abbracciarmi,baciarmi,affiancarmi, proteggermi,amarmi 24 ore al giorno ogni giorno,in modo che anche io possa amarlo e che lui senta piacere anche solo sentendo lamia voce. San Cipriano fa che _____________ senta un desiderio di me fuori dal normale, come mai per nessun’altra persona sente e sentirà.Che voglia giacere solo con me e che abbia solo desiderio per me,che il suo corpo ppartenga solo ame eche abbia pace pace solo con me. Ti ringrazio San Cipriano per questo lavoro che farai per me e ti offro la divulgazione del tuo nome come ricompensa per aver addomesticato ___________ eaverlo fatto innamorare di me, facendolo diventare carino,fedele e pieno di desiderio per me”. Pregare per tre giorni e divulgare in tre posti diversi. Dovete avere fede!

martedì 13 settembre 2011

In attesa di un favorevole vento...

Le giornate degli archeologi si fanno sempre più dure. Archiviata l'ennesima beffa ai nostri danni, rappresentata dallo scandaloso servizio del Tg 2 di una calda giornata di agosto (...tutti possono "inventarsi" Indiana Jones!") sono questi i giorni in cui si rimette in moto la macchina di ricerca di uno scavo, di un cantiere ma soprattutto di uno stipendio.
Personalmente continuerò la mia battaglia contro le Cooperative Archeologiche: ritengo che per l'amore dell'Archeologia sia meglio cercarsi un altro lavoro piuttosto che accettare di essere pagati 5-6 mesi dopo e lavorare senza uno straccio di diritto.
A tal proposito però devo confessare che è sempre più difficile rimanere ai margini ed osservare quanto accade dall'esterno.
Per ora aspetto un soffio di vento favorevole che possa portarmi verso la mia meta...

martedì 6 settembre 2011


Austria, il trionfo dell'archeologia virtuale
georadar individua resti di scuola di gladiatori

A 40 chilometri da Vienna, dove sorgeva l'antica Carnuntum, i nuovi ritrovi tecnologici permettono di trovare edifici dedicati all'addestramento dei combattenti estesi come quelli del Colosseo. Con tanto di palestra riscaldata e piscinadal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI

BERLINO – Sensazionale scoperta archeologica in Austria, grazie alla tecnologia del georadar. Un team guidato dall’archeologo Franz Humer ha scoperto un’enorme scuola per gladiatori, ad appena 40 chilometri da Vienna. Sorge sotto i campi a ovest dell’antica città romana di Carnuntum.




fonte: repubblica.it






domenica 20 febbraio 2011

ATENE: SCOPERTO L'ALTARE DEI DODICI DEI!

È recentissima la notizia del rinvenimento del celebre Altare dei Dodici Dei, monumento voluto nell’antica Atene dalla dinastia tirannica dei Pisistratidi: dedicato nel 522-521 a. C., consisteva in un recinto delimitante un’area sacra all’interno dell’Agorà, al centro del quale vi era un imponente altare dedicato a tutte le divinità del pantheon ateniese. Era tanto importante che a partire da esso venivano calcolate le distanze con le altre città, così come, in epoca romana, il miliarium aureum indicava, nel Foro Romano, il punto zero da cui si dipartivano le strade dell’Impero. Entrambi le opere sono giunte sino a noi frammentarie: il miliario a causa dei danni del tempo, l’altare perché seppellito per la gran parte sotto una ferrovia moderna.
È stato proprio in occasione dei lavori alla rete ferroviaria da parte della ISAP, la locale società che gestisce i trasporti, durante il rinnovamento della vetusta linea Pireo-Kifissias, a consentire il rinvenimento, tra i moderni quartieri di Thisseio e Monastiraki, lì dove in antico si estendeva l’Agorà, del rilevante monumento: la scoperta dell’Altare potrebbe, a detta degli archeologi greci, addirittura cambiare la topografia dell’antica Atene per come noi la conosciamo.

La ferrovia venne costruita sul finire dell’Ottocento, quando ancora non si conosceva l’estensione dell’Agorà né si aveva idea di cosa potesse esservi; fu solo nel 1934 che la Scuola Americana rinvenne, a ridosso del terrapieno ferroviario, alcune vestigia – tuttora visibili, anche se seminascoste data la posizione – identificate grazie all’iscrizione rinvenuta sulla base di una statua scolpita da tal Glaukos, su committenza dell’aristocratico Leagros, in “onore degli dodici dei”.

“La valenza dell’Altare, da un punto di vista archeologico, riguardo la storia dell’Agorà, unita a nuove evidenze emerse dagli scavi, è palese per gli scienziati” ha commentato Angelos Matthaiou, Segretario della Società Epigrafica Ellenica, per poi aggiungere che “tutti i nuovi ritrovamenti non sono stati ancora compresi appieno, e ciò non può avvenire in breve tempo […] necessita di più studi, non solo per capire la storia dell’altare stesso, ma anche per intendere la storia dell’Agorà nel suo periodo più antico”. Ma è proprio il tempo a mancare: l’ISAP non è intenzionata a sospendere i lavori, anzi preme affinché possano essere conclusi nel più breve tempo possibile, dato l’enorme afflusso di pendolari che interessa quella tratta ferroviaria. È l’eterno dilemma che interessa i siti urbani cresciuti senza soluzione di continuità, esattamente come Roma, alle prese con la costruzione, problematica e difficoltosa, della terza linea metropolitana, che proprio il centro più antico della città va ad intaccare. Il compromesso, necessario ed indispensabile – purtroppo o a ragione – tra antico e moderno, infatti, costa tempo e denaro, soprattutto in spese di riprogettazione: e l’Isap, società pubblica di uno stato che sta attraversando una terribile crisi economica, potrebbe non avere sufficienti fondi.

“Abbiamo un dovere verso noi stessi, verso i nostri figli, verso il resto del mondo e soprattutto verso la civiltà occidentale nel suo senso più vasto, le cui radici affondano qui” ha affermato l’archeologo Androniki Makri, spalleggiato da Matthaiou che rincalza “equivarrebbe ad ammettere, in quanto società, che non siamo stati in grado di compiere il nostro dovere, che abbiamo permesso ad altri di imporre il modo di gestire il nostro lascito degli Antichi, abbandonandolo a chi ha comprato consensi con la promessa di un ritorno materiale”.

Vedremo come andrà a finire.

fonte:www.archeorivista.it

lunedì 14 febbraio 2011

TIVOLI: A GIUGNO DI NUOVO APERTO IL SANTUARIO DI ERCOLE VINCITORE

Tivoli, a giugno inaugurazione del santuario di Ercole vincitore
Tivoli. Sarà inaugurato a giugno il Santuario di Ercole vincitore, monumentale complesso datato tra il II e il I secolo a.C. localizzato sul costone orientale della città di fronte alla valle di Aniene. L’annuncio è del sottosegretario del Mibac Francesco M. Giro: «Rientra nel gruppo dei santuari laziali, spiega il politico del Pdl, di età tardo repubblicana insieme a quelli di Palestrina, Lanuvio e Terracina». La riapertura avverrà grazie a un finanziamento di 5 milioni di euro del Mibac a cui si aggiungono altri 11 già spesi nella prima campagna di scavi iniziata nel 1983 e con cui è stato restaurato il teatro dall’imponente cavea. «Verrà anche aperto l’Antiquarium, continua Giro, e attraverso la multimedialità sarà possibile ammirare l’antica via Tecla e la galleria trasversale che passa sotto il santuario, identificabile con l’antica via Tiburtina». Il sottosegretario e il sindaco Sandro Gallotti hanno anche annunciato il rilancio del progetto Polo Tiburtino che unirà Villa d’Este, Villa Gregoriana, Villa Adriana, Rocca Pia e le Scuderie estensi


fonte: il giornale dell'arte

mercoledì 9 febbraio 2011

LA LINGUA DEGLI ARGONAUTI E' ANCORA PARLATA: IL DIALETTO ROMEYKA

Una piccola e isolata comunità vicino al Mar Nero, in una remota parte della Turchia, è stata trovata parlare un dialetto greco che è notevolmente vicino all’estinta lingua dell’antica Grecia.

I linguisti credono che tale dialetto, il romeyka, abbia strutture simili al greco ellenistico (o koiné) che non sono state osservate in nessun’altra lingua esistente. Anche il vocabolario del romeyka possiede delle analogie con l’antica lingua.

Ioanna Sitaridou, docente di filologia romanza dell’Università di Cambridge, dice: “Il romeyka conserva un impressionante numero di peculiarità grammaticali che [...] sono andate completamente perdute nelle altre varietà del greco moderno”.

Quest’ultimo infatti è ritenuto essere emerso, dopo significativi cambiamenti, dal greco medievale (o bizantino), parlato tra il VII e il XIII secolo d.C. Il romeyka sarebbe invece simile al greco ellenistico, parlato tra il IV secolo a.C. e il IV secolo d.C. all’apice dell’influenza greca in Anatolia.

Una possibilità è che chi parla oggi il romeyka discenda direttamente dagli antichi greci vissuti là millenni fa, ma è anche plasubile che si tratti di discendenti di popolazioni indigene o immigrate incoraggiate o forzate a parlare la lingua degli antichi colonizzatori greci.

La comunità di appena 5000 persone vive in un gruppo di villaggi in quella che era l’antica regione del Ponto, vicino a Trebisonda, una colonia greca che Giasone e gli Argonauti avrebbero visitato nel loro epico viaggio dalla Tessaglia per recuperare il vello d’oro nella terra di Colchide (odierna Georgia).


Trebisonda (wiki)
I paesani che parlano il romeyka, esistente solo in forma parlata, mostrano segni di isolamento culturale e geografico. Si sposano raramente al di fuori della loro comunità e suonano una musica tradizionale con la lira, chiamato kemenje in turco o romeyka. “Conosco solo un uomo che si è sposato al di fuori del suo villaggio – dice la Sitaridou – La musica è caratteristica e non può essere confusa con nessun’altra. [Esiste solo in quella comunità]“.

Oggi queste persone sono musulmane, ed è per questo che è stato loro permesso di stare in Turchia dopo il Trattato di Losanna del 1923, quando due milioni di cristiani e musulmani vennero scambiati tra Grecia e Turchia. Ripetute ondate migratorie, influenza della lingua turca e assenza completa del romeyka dall’ “arena pubblica” la hanno ora messa nella lista delle lingue più in pericolo del mondo.


http://www.independent.co.uk/life-style/history/jason-and-the-argot-land-where-greeks-ancient-language-survives-2174669.html